giovedì 19 novembre 2009

la nave dei veleni

In questi giorni siamo stati ha conoscenza di un fatto che ha destato molto scalpore nella nostra regione la Calabria, cosa si direbbe a cui siamo abituati,come non parlare in questo caso della mala-sanità, della situazione carcerarie dei detenuti calabresi, le quali sono stracolme e non sanno dove più metterli. Ma in questa circostanza siamo ancora di più straniti, cosa è mai accaduto di cosi grave? Che ha sollevato l’opinione pubblica, e che ha portato la Calabria sulle prime pagine dei giornali sia quelli locali e non come Il Corriere della Sera, La Repubblica, L’Espresso, Panorama, Il Resto del Carlino, ecc. I calabresi, ma diciamo gli italiani in senso generale sono stati resi consapevoli di questo spreco dei rifiuti tossici, grazie al programma di Carlo Lucarelli “Blu notte”, condotto dallo stesso Lucarelli, che in una puntata di venerdi 9 ottobre alle ore 21.10 su Rai Tre, intitolata Navi a perdere- Il mare dei veleni, nella quale tratta grazie anche alle dichiarazioni del pentito della ‘ndrangheta Francesco Fonti sono state affondate in Calabria più di 30 navi come Cunsky, Jolly Rosso, Rigel, Karin B., Marco Polo, Koraline, Nicos 1, Alessandro I, nella puntata Il mare dei veleni non si indagava sullo stato di salute dei nostri due mari lo Ionio e il Tirreno, ma anche della morte misteriosa dell’ ufficiale di marina Natale de Grazia, morto in circostanze misteriose, dimenticato dallo Stato troppo in fretta. Su questo enorme traffico, business se vogliamo chiamare così, stava indagando l’ufficiale de Grazie assieme due sostituti procuratori, i quali in questa storia non ci vedevano chiaro, la quale parte subito un inchiesta la quale porta da Reggio Calabria a La Spezia, a fare quel viaggio sono due carabinieri e un capitano di marina Natale de Grazia, il quale non arriverà alla fine del viaggio. In tutta questa storia ad un certo punto i due procuratori più il capitano de Grazia, indagano su un agente che a dei contatti di lavoro con un’ imprenditore del nord, che si chiama Giorgio Comerio, chi è Giorgio Comerio e che cosa centra con le navi dei veleni? I rifiuti tossici come le scorie? Centra, centra secondo il politico Carlo Giovanardi è un pericoloso criminale, forse sta nei servizi segreti, ha degli affari con un gruppo di guerriglieri somali, che in cambio di armi, terrorizzano il resto della popolazione di Mogadiscio, la pista più attendibile è quella che Natale de Grazia stata indagando in questo contesto, e per questo motivo hanno cercato di toglierlo di mezzo. Anni prima stiamo, parlando del 20 marzo 1994, la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, assieme al suo operatore Miran Hrovatin, vengono assassinati da un commando di guerriglieri dopo che escono dal loro albergo, Ilaria Alpi assieme al suo operatore Miran Hrovatin muoiono sul colpo assieme ad alcuni agenti della scorta, perché Mogadiscio all’ epoca dei fatti era un territorio minato, dove due fazioni rivali si stavano facendo la guerra da giorni. La giornalista Ilaria Alpi aveva scoperto un traffico di rifiuti tossici e di armi che avveniva, nei pressi del porto di Mogadiscio, e che in questo losco affare centrava, l’imprenditore Giorgio Comerio il quale faceva affari con alcuni signori della guerra di Mogadiscio. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin stavano indagando su un traffico di armi che avveniva nel porto di Mogadiscio, tutto questo Ilaria lo scopre anche grazie ad un intervista concessa dal sultano di Bosaso, successivamente questa intervista verrà tagliata in più punti, l’ avvocato che esamina il caso, Carlo Taormina, il quale successivamente prenderà le difesa di Annamaria Franzoni accusata del delitto di Cogne, con l’ accusa di aver ucciso il figlio piccolo Samuele, che aveva 3 anni, Taormina dirà dopo la morte della giornalista del Tg3 assieme al suo operatore Hrovatin, sosterrà che Ilaria Alpi è stata rapita dai guerriglieri, ma che questo rapimento a scopo ricattatorio, sarebbe finito male con la morte della Alpi. E quelle stesse navi che ora giacciono in fondo al mare, si trovano a 100,500,1000 m di profondità, le quali sembrano emettere dei suoni, che all’apparenza potrebbero far pensare al canto delle balene, il mare che è diventata una grande discarica, da anni Legaambiente, e altre associazioni ambientaliste si battono per la salvaguardia del nostro pianeta e del nostro mare. Ma il primo esempio di rispetto del nostro mare deve venire da parte dell’uomo, solo così potremmo avere un futuro diverso, ma migliorerebbe pure l’immagine e la salute del nostro mare.