giovedì 19 novembre 2009

la nave dei veleni

In questi giorni siamo stati ha conoscenza di un fatto che ha destato molto scalpore nella nostra regione la Calabria, cosa si direbbe a cui siamo abituati,come non parlare in questo caso della mala-sanità, della situazione carcerarie dei detenuti calabresi, le quali sono stracolme e non sanno dove più metterli. Ma in questa circostanza siamo ancora di più straniti, cosa è mai accaduto di cosi grave? Che ha sollevato l’opinione pubblica, e che ha portato la Calabria sulle prime pagine dei giornali sia quelli locali e non come Il Corriere della Sera, La Repubblica, L’Espresso, Panorama, Il Resto del Carlino, ecc. I calabresi, ma diciamo gli italiani in senso generale sono stati resi consapevoli di questo spreco dei rifiuti tossici, grazie al programma di Carlo Lucarelli “Blu notte”, condotto dallo stesso Lucarelli, che in una puntata di venerdi 9 ottobre alle ore 21.10 su Rai Tre, intitolata Navi a perdere- Il mare dei veleni, nella quale tratta grazie anche alle dichiarazioni del pentito della ‘ndrangheta Francesco Fonti sono state affondate in Calabria più di 30 navi come Cunsky, Jolly Rosso, Rigel, Karin B., Marco Polo, Koraline, Nicos 1, Alessandro I, nella puntata Il mare dei veleni non si indagava sullo stato di salute dei nostri due mari lo Ionio e il Tirreno, ma anche della morte misteriosa dell’ ufficiale di marina Natale de Grazia, morto in circostanze misteriose, dimenticato dallo Stato troppo in fretta. Su questo enorme traffico, business se vogliamo chiamare così, stava indagando l’ufficiale de Grazie assieme due sostituti procuratori, i quali in questa storia non ci vedevano chiaro, la quale parte subito un inchiesta la quale porta da Reggio Calabria a La Spezia, a fare quel viaggio sono due carabinieri e un capitano di marina Natale de Grazia, il quale non arriverà alla fine del viaggio. In tutta questa storia ad un certo punto i due procuratori più il capitano de Grazia, indagano su un agente che a dei contatti di lavoro con un’ imprenditore del nord, che si chiama Giorgio Comerio, chi è Giorgio Comerio e che cosa centra con le navi dei veleni? I rifiuti tossici come le scorie? Centra, centra secondo il politico Carlo Giovanardi è un pericoloso criminale, forse sta nei servizi segreti, ha degli affari con un gruppo di guerriglieri somali, che in cambio di armi, terrorizzano il resto della popolazione di Mogadiscio, la pista più attendibile è quella che Natale de Grazia stata indagando in questo contesto, e per questo motivo hanno cercato di toglierlo di mezzo. Anni prima stiamo, parlando del 20 marzo 1994, la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, assieme al suo operatore Miran Hrovatin, vengono assassinati da un commando di guerriglieri dopo che escono dal loro albergo, Ilaria Alpi assieme al suo operatore Miran Hrovatin muoiono sul colpo assieme ad alcuni agenti della scorta, perché Mogadiscio all’ epoca dei fatti era un territorio minato, dove due fazioni rivali si stavano facendo la guerra da giorni. La giornalista Ilaria Alpi aveva scoperto un traffico di rifiuti tossici e di armi che avveniva, nei pressi del porto di Mogadiscio, e che in questo losco affare centrava, l’imprenditore Giorgio Comerio il quale faceva affari con alcuni signori della guerra di Mogadiscio. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin stavano indagando su un traffico di armi che avveniva nel porto di Mogadiscio, tutto questo Ilaria lo scopre anche grazie ad un intervista concessa dal sultano di Bosaso, successivamente questa intervista verrà tagliata in più punti, l’ avvocato che esamina il caso, Carlo Taormina, il quale successivamente prenderà le difesa di Annamaria Franzoni accusata del delitto di Cogne, con l’ accusa di aver ucciso il figlio piccolo Samuele, che aveva 3 anni, Taormina dirà dopo la morte della giornalista del Tg3 assieme al suo operatore Hrovatin, sosterrà che Ilaria Alpi è stata rapita dai guerriglieri, ma che questo rapimento a scopo ricattatorio, sarebbe finito male con la morte della Alpi. E quelle stesse navi che ora giacciono in fondo al mare, si trovano a 100,500,1000 m di profondità, le quali sembrano emettere dei suoni, che all’apparenza potrebbero far pensare al canto delle balene, il mare che è diventata una grande discarica, da anni Legaambiente, e altre associazioni ambientaliste si battono per la salvaguardia del nostro pianeta e del nostro mare. Ma il primo esempio di rispetto del nostro mare deve venire da parte dell’uomo, solo così potremmo avere un futuro diverso, ma migliorerebbe pure l’immagine e la salute del nostro mare.

domenica 20 settembre 2009

Attentato contro 6 italiani


La prova più evidente è che nella società di oggi, dove la gente corre da una parte all’altra, non ci accorgiamo di quello che abbiamo vicino a noi, sei vite se ne sono andate in un istante, come se fossero delle piume portate via dal vento. E pensare che esiste al tempo stesso cinica ed insensibile, la quale considera questi soldati come delle persone che vanno a fare una vacanza in regioni e luoghi inaccessibili, oltre che pericolosi. Una cosa però è la dignità umana che queste giovani vite hanno saputo mantenere fino alla morte, poiché ci vuole molto coraggio e sacrificio a fare un mestiere come quello del soldato. Erano andati in Afghanistan a portare una mano alla popolazione governata dal governo talebano, l’ uomo è a volte infimo e crudele, c’è voluto l’ esplosione di un kamikaze, a stroncare sei giovani vite che magari non immaginavano minimamente che sarebbe toccata la loro ora, avevano sogni, progetti per il futuro, speranze e un’ avvenire che non ci potrà mai essere. I soldati che vanno in guerra innanzitutto non vengono strapagati, decidono di arruolarsi, perché hanno deciso di donarsi anima e corpo a prevenire future ecatombe. Siamo nel 2009, rimane ancora il rischio di un ritorno al nucleare, poiché in Iraq ci sono nascosti, armamenti nucleari che se venissero usati accadrebbe l’ irreparabile. Per il gravissimo attentato inferto ai nostri paracadutisti del 186° reggimento della Folgore, è stata usata un’ autobomba, 55 civili sarebbero rimasti feriti nell’attentato, ma non versano in fin di vita, per l’ Italia è un duro colpo da mandare giù, e non solo in Italia. Ma nonostante tutto l’ impegno dei militari a combattere in questi territori non verrà meno.

giovedì 20 agosto 2009

a mia martini





A Mia Martini



Sei piccola e fragile

come un cristallo di diamanti

hai dato e avuto

ma non è bastato.


Il tuo canto sembra essere

quello di un cigno reale.


L’ anima tua libera

da ogni dubbio o falsità.


Sei stata calunniata

senza avere colpe

volevi una famiglia

ma non l’ hai avuta.


La tua vita è stata fatta di scelte

alle quali non ti sei opposta.

Non essendo ne meschina ne falsa

ma una persona umana.


Cosi piccola e fragile

sei andata via per sempre

nel cielo sempre più blu

dove da lassù guardi il mondo con rammarico.



lunedì 17 agosto 2009

Pensieri di un suicidio




Pensieri di un suicidio


A volte vorresti che il mondo

si fermasse in un momento

senza avere tempo.



L’ amicizia in cui credevi

è solo un alito nel vento

pensavi d’avere amici

che sono solo dei cinici.



Ho pensato tante volte di farla finita

così in un solo colpo

un colpo di pistola e via

che schifo di vita.



Vorrei vivere ma è difficile

nell’ assoluta ignoranza

dove non c’è nessun sguardo.

Morte di un suicida






Morte di un
suicida


Mi sono sparato un colpo di pistola

in fondo non ci vuole molto

sei così sicuro di aver raggiunto

il tuo scopo senza averci riflettuto.



Quelli che conoscevi dopo esser passato

non sono più gli stessi

ora che ti trovi al camposanto.



Nessun che ti porti un fiore

o perlomeno ti vengono a trovare

c’è solo una povera vecchia

alla quale te li porta con tanto amore.

sabato 4 luglio 2009

L'incontro

Luis ha incontrato una ragazza che non ha mai visto, ne conosciuto mai, si chiama Alice a 23 anni e viene da Ragusa, da una terra piena di aromi e di profumi che si erano mai sentiti prima. Lei ricorda il vento che sfiora le palme, il mare che col suo impeto si infrange contro gli scogli, generando la schiuma bianca. Si incontrano quasi per caso, lui va nel laboratorio di restauro pittorico, la vede in tutta la sua bellezza, ricorda le bellezze dell’ antica Grecia, i suoi occhi castani, hanno un forte richiamo per Luis, il quale, essendo albanese, non aveva mai visto, ma non potrà certo scordare il profumo dei suoi capelli che sanno di cannella e di miele. Luis con una scusa la invita a uscire fuori visto che lei deve abitare in Accademia, e difficilmente ritorna in Sicilia a Ragusa, le manda un mazzo di rose rosse, con un biglietto: con uno scritto che dice “Tra tante ragazze ho incontrato una dea vestita d’oro, la quale emanava una forte luce e in questa luce ho ritrovato la mia strada che avevo perso lungo il cammino” leggendo il biglietto Alice gli si butta tra le sue braccia, e lo bacia come non aveva mai baciato nessun’ altro, respirando il suo forte profumo che sapeva di qualcosa d’orientale. “Luis sono rimasta esterrefatta, senza fiato mi hai colto di sorpresa” “ti ringrazio, nessuno mai mi aveva fatto dono di questo omaggio” “Alice tu sei stata la prima donna per cui provi dei sentimenti” dicendo questo dalla sua bocca usciva un bellissimo sorriso, lei gli si avvicina e se ne vanno in macchina in città, per uscire dall’ ambiente dell’Accademia di belle arti “da Vinci”. A bordo della loro cabrio, color rosso-porpora, si allontanano strada facendo, Luis gli mette il braccio intorno al collo di Alice, la quale si avvicina al suo virile petto, “sai Luis insieme a te mi sento protetta come non mai, non so spiegarti il perché ma provo questa sensazione” , si fermano lungo una piazza dove decidono di fare una lunga pausa, per concedersi un po’ di relax, Luis va dentro un bar dove fanno il gelato artigianale e decide di prendere due coni gelato uno con cacao e vaniglia e l’altro interamente alla nocciola, gusto che piace molto ad Alice, la quale ne va matta. Il giorno seguente Alice, che abita in un appartamento non molto lontano dall’accademia, si sveglia per andare all’ accademia di belle arti “Vinci”, una sua collega, intanto, prepara dentro una moka il caffè, Rita prepara le tazze per Alice, Jessica anche loro siciliane, oltre a prendere dei biscotti al cacao, in quel momento il caffè stà fuoriuscendo dalla moka, Rita coi suoi ottimi riflessi spegne il fornello del gas appena in tempo prima che il caffè possa traboccare,Jessica si risveglia assaporando l’aroma del caffè appena preparato. “allora dimmi Alice come è andata con il tuo amore Luis, ieri pomeriggio?” “da sogno. E’ tanto dolce e romantico, mi fa sentire a mio agio” “cosa è successo ieri pomeriggio ragazze?” “come non lo sai Je’ ieri Alice è stata con Luis” “ti invidio proprio Alice, sai?” “potessi trovare anch’io qualcuno come Luis?” dicendo questo Jessica prende la sua tazzina di caffè e lo assapora paino piano. Il giorno è appena sorto e Alice non vede l’ora di rivedere Luis, la quale gli manca molto, detto questo si sistemano le proprie cose nelle borse e partono sull’auto di Rita. Luis si trova nel laboratorio di restauro del legno, nel lavoro di pulire a lucido i tasti di un’ organo, in quel momento passa Alice la quale saluta a tutti, ma in modo speciale a Luis, sembrano due innamorati anteriore, quelli di una volta i quali si scambiavano dolci effusioni, baci che sono tutt’ altro che rubati. Maria Rita che li osserva a poca distanza da loro dice “sembrate una bella coppia, la quale non affronta crisi di nessuna sorta” “hai proprio ragione Maria Rita”, dopo aver detto questo Alice lo saluta come sa fare lei e si dirige verso il laboratorio di restauro pittorico. Il prof. dice a Luis “ti sei proprio trovato una bella ragazza” “se posso darti un consiglio tienitela stretta che è difficile trovare ragazze come Alice al giorno d’oggi” “non si preoccupi per questo, non sono il tipo che commette degli sbagli”, Maria Rita riprende quello che aveva interrotto. Luis è un ragazzo che non ha avuto un’infanzia non molto felice, Luis essendo originario di Tirana, a Tirana le scuole e non solo quelle non erano in un buono stato. Infatti la maggior parte dei ragazzi ha dovuto lavorare in giovane età, poiché i genitori non avevano i mezzi sufficienti per mantenere i propri figli, Lui ha potuto studiare fino alla terza media, le superiori le ha dovute fare in Italia, a Bari presso un istituto superiore, dove c’erano classi miste. Nell’accademia dove studia tuttora Luis si trova in Calabria, Luis è il terso di una sorella che si chiama Irina e di un fratello Nikolaj, Nikolaj e Irina sono dovuti rimanere a Tirana, in Albania perché non c’erano soldi sufficienti per il viaggio per l’Italia, per loro due che avrebbero desiderato essere vicini al fratello. Luis sente molta nostalgia del suo paese natale, anche se a Tirana non c’erano molti sbocchi, Luis insieme ad altre persone fece un lungo viaggio per arrivare in Italia su uno di quei barconi che a volte affondano nel mare Adriatico, per via del peso eccessivo che trasportava loro venivano chiamati clandestini,il più delle volte i clandestini sono costretti a vivere in centri di accoglienza, i quali centri di accoglienza a volte erano troppo pieni per contenerli tutti, anche le Luis appena sbarcato e rimasto per poco tempo in uno di questi centri di accoglienza, assistendo a volte a scene di raccapriccio vedendo alcuni connazionali che, per non essere rimpatriati arrivavano al gesto culmine di suicidarsi. Luis non ha mai sdoganato il lavoro, specialmente quello più duro e più umiliante, un giorno Luis passeggiando si ferma in edicola e chiede una copia del giornale locale, il suo volto assume ad un certo un’ espressione molto seria. Cosa che non accadeva molto spesso poiché Luis è un tipo oltre che socievole, anche uno che scherza, nella notizia che stava leggendo il giornalista stava parlando di una serie di violenze, perpetrate dai compaesani di Luis nei confronti di tre ragazze italiane, ma le violenze contro le italiane che spesso e volentieri sono accompagnate dai loro rispettivi fidanzati subiscono la furia degli aguzzini, ma grazie all’ intervento quasi sempre fortuito di un gruppo di italiani che armati di mazze e spranghe facevano la cosiddetta giustizia fai da te, per fortuna le tre ragazze non hanno subito gravi danni come succede in altre città. Infatti ci è voluto l’ intervento della polizia se non ci fosse stato l’intervento di questa il gruppo di albanesi non avrebbe visto il giorno segue seguente. Comunque in questo paese non si sta respirando un’aria tranquilla, e dai toni del giornalista non sembra scemare. Dopo aver letto questo pezzo di articolo e non leggendolo tutto, Luis si siede su una panchina e si ferma a pensare se la prossima vittima di quelle che verranno chiamate rappresaglie sarà proprio lui. I giorni seguenti andando in accademia Luis non ha più la stessa aria che aveva prima, il fatto è che non aveva mai e poi mai pensato che i suoi compaesani-connazionali potessero fare cose del genere, ed è proprio in accademia che avviene una cosa che mai non c’era stata, gli stessi amici con cui aveva legato Luis gli voltavano le spalle lo emarginavano come se fosse egli stesso l’autore di quella infamia. “senti un po’ Luis possibile che non ne sapevi niente di questa violenza?” “non dire le solite cafonate, per piacere” “io non ne sapevo niente di questa storia” in questo momento interviene Alice la quale non sopportava di stare zitta “adesso basta avete capito, Luis non centra niente con questa storia” “Alice apri gli occhi, non vedi con che razza di uomo ti sei fidanzata?” “Rita da te queste parole non me le aspettavo, mi aspettavo che fossi una ragazza che non cadeva in basso” “credo proprio di aver sbagliato proprio con te” “non preoccuparti Luis si vede che in questa accademia esistono solo delle persone ipocrite, senza cervello che sanno solo criticare e non vedere oltre il proprio naso.” Detto questo Alice prende sottobraccio Luis e se lo porta in camera sua dove trascorrono molte ore scambiandosi reciprocamente dolci coccole ed effusioni. Alice introduce come musica di sottofondo un disco di musica leggera, già dalla prima traccia si intuisce la canzone che lei vuole dedicare a Luis: è “Ed ero contentissimo” di Tiziano Ferro un cantante emergente fra le nuove generazioni. Alice il giorno appresso esce definitivamente dall’ Accademia “da Vinci” assieme a Luis, questa di Alice è stata una decisione molto sofferta poiché all’interno dell’accademia aveva stretto amicizia con delle persone che reputava potesse avere un confronto, parlarci e scherzare. Luis si sente anche lui colpevole della decisione presa da Alice e glielo fa notare “Amore non pensi di essere stata troppo affrettata su questa scelta?” “Luis cosa potevo fare? Continuare a subire le loro sporche offese nei tuoi confronti? Io non ho più retto proprio.” “dove andremo a vivere? Cosa faremo?” “Luis per adesso l’ unica cosa che mi importa veramente e poterti amare fino all’infinito” passano dentro un ricovero per i senza tetto, ma è per poco tempo, hanno deciso in questo modo in cosi da avere un cibo caldo e qualche coperta con cui scaldarsi, appena arrivati nel ricovero posano le loro cose su due letti vuoti, e si inseriscono nella fila dei poveri quali attendono il proprio turno per il pasto offerto dalla Caritas, i poveri nella loro voltano lo sguardo verso di loro, uno dei poveri prende parole “chi siete voi? Non vi ho mai visto da queste parti?” “Infatti siamo arrivati stasera e siamo infreddoliti” “avanti su non li scocciare non vedi in che stato sono?” i volontari che sono una decina distribuiscono il pasto, non fanno molto caso alla presenza dei nuovi arrivati. Luis e Alice dopo aver ricevuto il proprio cibo si sistemano a un tavolo, in compagnia dei barboni e dei senzatetto, i quali non hanno una fissa dimora in cui abitare e devono vivere per strada sotto l’ occhio indifferente della gente la quale non accenna a dare una mano verso coloro che versano in gravi condizioni. I barboni iniziano ha conoscerli meglio e tra di loro inizia un rapporto di amicizia sincero, e non falso come avviene nella vita reale dove persone che un tempo ritenevi essere sincere verso di te si sono manifestate per quello che sono, degli emeriti ipocriti al quale piace vedere la gente sguazzare nella propria melma. I giorni passano e Luis decide di trovare una occupazione, non gli va proprio di stare con le mani in mano, ma a qualsiasi esercizio che si presenta, gli vengono sbattute le porte in faccia, Finalmente quando pensava di arrivare alla fine, gli viene offerto un lavoro presso un’ orologiaio. I primi giorni si presenta sempre puntuale, cosa alla quale non ha mai rinunciato, il proprietario gli insegna come deve fare ad aggiustare tutti i tipi di orologi da quelli di una volta a panciotto a quelli più moderni da polso. Anche se all’ inizio trova delle difficoltà via via comincia a prendere la mano, al ritorno dal negozio di orologi comunica ad Alice di aver trovato un impiego presso un negozio di orologi: “sai Alice ho trovato un impiego presso un orologiaio il quale si è dimostrato molto gentile e disponibile nei miei confronti” “sono proprio contenta per te Luis se no non sapremmo cosa fare nei giorni seguenti” “sei stanco riposati che io prendo qualcosa di caldo per te, scommetto che avrai una fame da lupi” “hai proprio ragione non ci vedo dalla fame.” Alice a questo punto decide a parlare francamente con Luis, “Luis non c’è la faccio a stare chiusa dentro questo ricovero tutti i giorni senza far niente” “lo so, lo so, ma cerca di capire ho appena trovato un lavoro, e poi abbiamo trovato questo ricovero per i senzatetto, non possiamo essere affrettati amore, ti capisco credi che non abbia pensato pure io all’ eventualità di abbandonare il ricovero e ricominciare da capo!!!!” “Comunque per il momento ringraziamo il cielo di aver trovato una buona coperta e un pasto caldo che ci possa scaldare alla sera” . Dicendo questo si addormentano quasi nello stesso istante, il giorno seguente abbandonano definitivamente il ricovero, Luis si presenta verso il suo datore di lavoro nel negozio di orologi, “la ringrazio del lavoro che mi ha dato ma io e la mia ragazza abbiamo trovato una sistemazione presso una casa di studenti, spero ritrovare un’ altro lavoro senza però rinnegare il suo aiuto di persone come lei c’è né sarebbe proprio bisogno” “Luis che ti debbo dire, ti auguro di avere buona fortuna in futuro e di trovare una buon lavoro che te lo meriti” detto questo si salutano tra di loro, e Luis lascia l’ impiego di orologio per sempre. I nostri amici alla ricerca di una nuova sistemazione, non lo avessero mai detto ma il destino ha dato loro una mano, dopo un lungo perenigrare trovano un alloggio presso una casa abitata da una coppia di studenti, i quali li accolgono a braccia aperte, senza farsi troppe domande. Infatti all’ inizio si pensava ad una convivenza difficile cosa che avviene, soprattutto nei confronti degli stranieri e nel caso di Luis che essendo albanese aveva paura di qualche aggressione e di subire insulti dispregiativi verso la sua persona. La coppia di studenti che li ospita si chiama Loredana e Domenico Falsetti, tutti e due sono iscritti in grafica pubblicitaria, e del loro indirizzo non se ne lamentano neanche. Domenico è rimasto colpito molto dalla storia che gli ha raccontato Luis, “ti aiuterei molto Luis ma in questo momento sono un po’ incasinato, appena avrò un po’ di tempo cercherò i miei amici se hanno qualche lavoro da affidarti, non ti prometto niente comunque” “grazie Domenico non so davvero come sdebitarmi nei tuoi confronti” “macchè figurati” . Il giorno a presso Luis che si annoiava a stare tutto il giorno a casa, decide di andare al parco a fare una passeggiata, e mentre passeggia ripensa a tutte le cose che sono avvenute fino a quel momento, alla sua grande felicità nell’ incontrare una persona solare e allegra come Alice, essendo mattina il parco non è molto pieno di gente, Luis vede una ragazza appoggiata a una ringhiera che dà da mangiare a dei bellissimi cigni bianchi, che nuotano tranquilli nelle loro acque. Si avvicina e il suo cuore all’ improvviso prova le stesse emozioni che aveva visto quando aveva conosciuto per la prima volta Alice, la sua ragazza all’ accademia “da Vinci” “non posso fare questo ad Alice, sarei un mostro” “Non avrei nemmeno il coraggio di camminare per strada avendo il rimorso sulla coscienza di aver lasciato l’ amore della mia vita per questa ragazza dai capelli color rame, la quale è troppo bella, e non so se questo sia un pregio o un difetto” . Però Luis non può fare a meno di conoscerla per il momento, si avvicina a lei con fare calmo, “una bella giornata, vero!!!!” “Si è proprio come dici, mi rilasso molto a guardare questi splendidi cigni” “sei nuovo di queste parti non ti ho mai visto in questi paraggi?” “bè, si sono con la mia ragazza Alice da poco, prima stavo in una accademia di belle arti, ma poi ho avuto qualche problema ad integrarmi con il resto dei ragazzi, adesso abito in una casa di studenti, e sono in cerca di un lavoro.” “Come ti capisco, e poi si vede che i tuoi colleghi in accademia si vede che non hanno capito niente di te” “hai degli occhi molto profondi che penetrano nell’ animo umano” “grazie sei il primo che mi dice queste cose” “ a proposito come ti chiami?” “Il mio nome è Luis, e sono originario di Tirana anche se mi sono ambientato molto presto” “non so ancora il tuo nome?” “Mi chiamo Linda”. Dopo questa presentazione passeggiano insieme per il parco, trovano una panchina libera e decidono di sedersi, “è stato molto difficile lasciare il tuo paese?” “All’inizio è stato molto duro perché dovevo lasciare la mia famiglia, mia sorella e mio fratello, e poi non sapevo cosa trovavo al di là dell’ Albania e non ero mai stato in Italia.” “Capisco lo sai che sei molto carino e che hai degli occhi molto belli” “grazie, non merito questi apprezzamenti”. La giornata oramai sta per volgere il cielo da quello azzurro chiaro si trasforma via via all’ imbrunire, e comincia anche a far freddo e di questo se ne accorge Luis “Linda stai morendo dal freddo, perché non l’ hai detto prima che non avevi niente di pesante, tieni prendi il mio pullover, cosi ti terra in po’ al caldo.” “Grazie mille, Luis non ti dovevi assolutamente” “macchè senti facciamo una cosa, adesso passiamola un bar così ti offro un caffè” “l’invito lo accetto ben volentieri” e dicendo questo si incamminano sulla strada che porta al bar, appena giunti si siedono ad un tavolino e una ragazza si avvicina loro per prendere l’ ordinazione. “Buon giorno cosa prendete?” “per me un succo alla pesca e per la signorina un caffè macchiato con sopra del cacao!!!” “Bene non prendete più niente, basta così?” “Si, la ringrazio” e dopo questa risposta la signorina va alla macchinetta del caffè e prepara l’ ordinazione oltre a prendere il succo di frutta per Luis. Dopo aver preparato il tutto li porta a Luis e a Linda, “ti va se dopo andiamo un po’ al mare?” “Facciamo meglio domani?” “perché no!!” Luis assapora piano il suo caffè degustando tutto l’ aroma e il gusto di quella miscela. Dopo aver finito paga il conto ed escono fuori dal bar, prendono assieme la metropolitana, a guardarli bene la gente li potrebbe scambiare come tutte le coppie le quali sono nate da poco, e dalla loro intesa si potrebbe leggere che non attraverserebbe nessuna crisi, nessuna discussione che può portare ad una rottura. Il giorno seguente camminano di fianco all’ altro Linda e Luis, sullo sfondo di uno splendido mare di un’ azzurro immenso, le loro tracce rimangono impresse nella sabbia, ma vengono subito dissolte dalla spuma marina, le onde che si scontrano contro gli scogli.

Linda una ragazza come tutte le altre oppure no? Questa è la domanda che si pone, Linda è una ragazza che si frappone in una coppia come quella di Alice e Luis, è il destino che si intromette a guastare un’ armonia che viaggiava sulla stessa lunghezza d’onda.
Luis non pensa neanche per un istante, che Linda e Alice si possano incontrare e avere un duro scontro, o invece che nessuna delle due possa sospettare minimamente che il compagno loro sia lo stesso.
Siamo verso la fine dell’ autunno, in un viale tutto ricoperto di foglie tutte appassite, di quel giallognolo – marrone, Linda sta dando da mangiare a dei piccioni, quando vede che si avvicina una ragazza molto magra, con gli occhi castani e i capelli che sanno di cannella, dopo che passa mezzora iniziano a parlarsi; “Sa io vengo quasi sempre in questo viale, mi piace dar da mangiare ai piccioni, vedere i bambini giocare tra di loro, e le signore di una certa età a parlare del tempo che fu, dei loro primi amori, delle loro amarezze, delle gioie e i dolori della vita” “anch’io su alcuni aspetti sono così, mi piace soffermarmi su certe cose anche se insignificanti.” “Io è da un po’ di giorni ho incontrato qualcuno, che mi ha fatto battere il cuore non mai, che mi ha fatto provare sentimenti sui quali non contavo di avere o di possedere” “Si. E’ proprio così sono innamorata come non mai, il mio amore si chiama Luis, è di una bellezza sconvolgente” . Le due si lasciano ad un appuntamento prossimo, sempre alla stessa panchina che le ha viste al loro primo incontro, questa volta Linda si porta una fotografia di Luis, cosa che fa anche Alice, “sono contenta che sei venuta Alice” “come vedi Linda sono una che non viene mai a un appuntamento, questo lo vedo” cominciano ad abbracciarsi come se fossero amiche di lunga data, la vicino c’è un venditore di gelati, “Alice ti va un gelato, sai questo gelataio li fa buonissimi, non li devi perdere” Ok mi fido, dopotutto, avevo proprio voglia di un gelato.” Detto questo si dirigono verso il gelataio, “Buongiorno mi dia un cono alla nocciola e stracciatella” “e per lei signorina cosa le do?” “Anche a me un cono però vaniglia e cioccolato” “arrivederci” “buongiorno a voi” e si allontanano dopo aver pagato, “sai ho portato con me una fotografia di Luis” Alice quando sente il nome di Luis sente come un brivido che gli sale lungo la schiena, pensa fra se che non sarà lui, fino a quando non vede la fotografia di Linda, “che c’è Alice? Sembra che tu abbia visto un fantasma” “no no, questo mia cara Linda non è un fantasma ma il mio ragazzo, che ha quanto pare ha tradito sia me che tu, non ci sono dubbi” “allora se stanno così le cose non vedo il motivo per cui noi non dobbiamo fargli una bella sorpresa.” “Allora andiamo cosa stiamo aspettando” detto questo salgono sullo scooter di Linda e si dirigono verso la casa di Luis, che nel non si era mosso da lì.
Sia a Linda che ad Alice nelle loro testa frullano mille interrogativi alle quali non sanno dare una risposta: “perché proprio a loro due? Come mai questo comportamento da parte di Luis? Perché Luis non è ha voluto parlare con nessuna delle due?” Questo e molto altro, Linda e Alice intanto sono arrivate sotto casa di Luis, Luis in quel preciso istante si stava facendo una bella doccia rinfrescante, sopra il letto aveva una camicia bianca, un paio di pantaloni neri, una cravatta blu scuro, la giacca nera e il paio di scarpe di cuoio nere.
Dopo essere uscito dalla doccia, si mette un po’ di dopobarba, oltre al profumo Malizia, si sta’ vestendo in modo elegante segno che dovrà uscire di lì a pochi minuti.
Alice e Linda salgono velocemente le scale che le porteranno all’ appartamento di Luis, Luis non immagina neanche quello che accadrà di a poco, non sa che due forze della natura inarrestabili nel vero senso della parola si fionderanno su di lui come un’aquila reale che si avventa su un’ ignara lepre.
Proprio mentre si sta mettendo la cravatta blu scura, suonano al campanello della porta, “Arrivo datemi un attimo, che sto arrivando” nell’ aprire la porta si ritrova davanti Alice e Linda in un solo istante, rimane scioccato come non lo era mai stato. “Ciao Luis a quanto pare sei sorpreso nel vederci tutte e due assieme, i giochi mio caro sono finiti, adesso dovrai fare tutto quello che ti diciamo, non avrai neppure un’ ora di riposo” “è chiaro oppure no?” “Non ingannerai più nessuno, dovrai convivere con noi due, e per renderti le cose più facili abbiamo stilato un’ agenda del giorno con orari e giorni in cui starai con una e con l’altra, ad orari diversi questo si capisce.” Quando Luis vede la lista con tutte le cose da fare, gli viene uno svenimento, Luis pensa fra sé “questo è un’ incubo o la realtà? E’ stato solo un brutto sogno? O che che cos’altro?” Ma questa e la realtà dove chi crede di vivere, due vite nello stesso momento ad un certo punto si trova spiazzato quando il proprio destino si ripresenta sotto tutt’altro aspetto, Luis questo lo ha capito troppo tardi e non riuscirà più ad uscire da questa intricata matassa.

martedì 3 marzo 2009

A Eluana Englaro





A Eluana Englaro





Ciao Eluana la tua morte è stata plagiata da media,

che ne hanno fatto un effetto mediatico,

non agendo in modo pratico.



Sulla tua vita si è accanita la Chiesa,

non avendo una propria coscienza,

la quale è brava dare sermoni,

che non sono poi tanto buoni.



La politica è rimasta indifferente

al tuo desiderio di morire felice

che non è stato rispettato ma sottovalutato.



Ciao Eluana spero che tu possa trovar pace

In un mondo dove si bada solo all’apparenza

Senza fermarsi ad amare ciò che resta dell’ innocenza.

Omosessuali: un problema imperante






Omosessuali: un problema imperante



In una società ormai completamente allo sbando esistono ancora vecchi preconcetti o se vogliamo chiamarli in un’ altro modo tabù, l’ ultimo tabù riguarda i gay, persone le quali sono simili in tutti con noi, non è un caso se tra i cantanti degli anni 60-70 ci fosse la figura di un cantautore molto discusso per l epoca come Umberto Bindi, il quale a causa della sua omosessualità è stato allontanato dalla televisione, oppure il grande genio eclettico di Leonardo da Vinci il quale era anche lui omosessuale, però non subito per questo processi poiché seppe nascondere questo segreto.

Oppure nel campo della moda come lo stilista reggino Gianni Versace il cui marchio lo ha esportato in tutto il mondo, ultimamente ho ammirato per la sua straordinaria intelligenza Vladimir Luxuria, che non so se è ancora in parlamento, noi cosiddetti eterosessuali non ci siamo resi conto che la libertà di pensiero può avvenire anche in questo modo.

Come non dimenticare anche intellettuali come lo scrittore inglese Oscar Wilde, il quale per il fatto di essere omosessuale, venne processato e imprigionato, ma nonostante questo lui continuo a manifestare il suo amore scrivendo delle lettere al suo amato.

Infine durante la seconda guerra mondiale c’è stata la più tremenda carneficina nei confronti degli omosessuali i quali morirono a milioni dentro le camere a gas e fatti sparire dentro i forni crematori, secondo un progetto di annientamento sia fisico che morale voluto daun folle come Adolf Hitler.

Ma il problema che più mi preme sottolineare a voi è questo: perché le coppie gay non possono avere una famiglia propria come le coppie etero? Perchè non possono avere gli stessi diritti e doveri che hanno una famiglia normale? In cosa siamo diversi? Ma come si dice? L’Italia è un paese lento in questo genere di cose perché purtroppo siamo ancora moralisti, e se una cosa non ci va a genio lo dobbiamo sottolineare e in questo modo interverranno lo Stato e la Chiesa che sono i principali ostacoli per l’affermazione dei diritti dei gay.

mercoledì 11 febbraio 2009

L'ipocrisia




Oggi 11/02/2009 nella società ci stanno ancora persone ipocrite e senza giudizio che trattano persone comuni come degli oggetti senz’ anima e corpo, persone che invece di evolversi come diceva Darwin, nella teoria dell’ Evoluzione.

Ai tantissimi lettori che seguono assiduamente il mio blog, parlo di questo aspetto che neanche io saprei definire, invece di evolversi sono regredite nel vero senso della parola, infatti c’è anzi esiste una sorta di emarginazione che in soggetti di animo sensibile si manifesta assiduamente che in altri soggetti, si credono di essere chi sa chi ma non sanno nemmeno loro che sono soltanto delle idiote, che badano solo all’apparenza, e che fuori dal proprio naso non ci vedono.

Persone come queste non dovrebbero starci in società, una società fatta di persone che pensano in modo razionale e autonomo, in cui nessuno manovra i fili di un’ altra persona, come facevano i pupari con i pupi. Si sta andando verso una forma di xenofobia verso i propri simili, e questo non è un’ atteggiamento che si conviene, una xenofobia che ultimamente si è accentrata sui rumeni è su questo fatto sono d’accordo perché violentare una ragazza di 16-17 anni lo reputo una violenza nei confronti di una donna, credo in questo nella giustizia fai da te, poiché l’ intervento dello Stato non esiste, e quell’affermazione che ha fatto il premier Silvio Berlusconi, che ci vorrebbe un soldato ad ogni bella donna, cosa ci si può aspettare da un premier senza cervello come S..

Per ritornare al discorso iniziale la xenofobia e l’ emarginazione sono delle brutte bestie difficili da mandar via, come il disprezzo per l’altrui persona, per quello che rappresenta in ambito culturale e religioso, sia come usi e costumi.

domenica 8 febbraio 2009

La malattia mentale


La gente che crede di capire la malattia mentale a volte non nemmeno giudicare, qual’ è allora il limite dal quale una persona si ritrova ad essere considerato pazzo? Questa è una domanda alla quale è difficile dare una risposta, l’ uomo ma soprattutto le persone la gente in generale tende ad escludere persone pazze che in realtà pazze non lo sono. In questo caso si manifesta una forma di razzismo nei loro confronti, e le persone che li la mandano al manicomio sono i familiari, gli amici che si comportano da cosiddetti voltagabbana, la domanda principale è come si è arrivati a tutto questo, i manicomi in fondo sono un carcere dal quale è difficile uscire sani, ai malati mentali gli infermieri insieme ai medici facevano provare a donne che erano incinte l’elettroshok, con il rischio che perdevano il figlio che aspettavano. Eppure tutti noi abbiamo in fondo un pizzico di follia, ai malati dei manicomi gli infermieri somministravano medicinali, che non venivano rilasciati con ricetta, alcune volte venivano legati sul letto di contenimento e per tutto il giorno o i giorni venivano lasciati li senza nessuna assistenza, ma la cosa peggiore era che non c’erano servizi igienici. Tutto questo avveniva nel XIX secolo, una testimone vivente che ha saputo raccontare com’erano fatti i manicomi in Italia è Alda Merini, la quale ha passato molto tempo nei manicomi, ma come è possibile che una poetessa del calibro di Alda Merini, vivesse in un ospedale psichiatrico? Chi la mandata dentro il manicomio? Come ne usci con la mente intatta ? Per quanto riguarda chi fu a spedire Alda Merini nel manicomio la risposta è semplice: è stato il marito anche se poi ha ammesso che poi si è pentito, tuttavia durante il soggiorno nel manicomio gli infermieri sono riusciti solo ad intaccare il corpo di Alda, senza cancellarne l’ anima e la sua sensibilità. Per fortuna Alda Merini verrà dichiarata sana di mente e rilasciata dall’ ospedale psichiatrico, ma il mondo cambia si evolve e così anche i manicomi che non diventano più delle prigioni dell’orrore adesso si chiamano Centri d’Igiene mentale, ma il mondo dei manicomi ma soprattutto la storia di Margherita e Antonio due malati di mente che all’interno di un manicomio i quali si innamorano all’insaputa di tutti, ma quando Antonio sa della morte di Margherita, l’amore della sua vita anche lui per raggiungerla tenta il suicidio questa storia vera è stata riportata nella canzone Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi il quale ha partecipato al Festival di Sanremo del 2007 vincendo il Festival e il Ti regalerò una rosa è una canzone di Simone Cristicchi, vincitrice del 57° Festival di Sanremo.
La canzone, molto intensa, è una vera e propria lettera che un matto, Antonio, scrive alla sua amata Margherita dalle celle luride e buie di un manicomio, del quale anche lei è stata ospite per qualche tempo. Orrore, disperazione, solitudine: perfino in tutto questo, un amore è riuscito a sbocciare. Nonostante certe intemperie, Antonio non dimentica quei pochi momenti nei quali si sentiva vivo, uomo, in quanto poteva amare. Per liberarsi di tanto dolore, per ritrovare l'illusione di una libertà inesistente, non resta che stupire ancora una volta la sua Margherita, con un ultimo volo. All'autore, che ha sintetizzato in questo struggente testo le storie raccontategli realmente dai pazienti degli istituti psichiatrici da lui visitati per il documentario Dall'altra parte del cancello, Ti regalerò una rosa è valsa il primo premio nella sezione Campioni del 57° Festival di Sanremo, il "Premio della Critica Mia Martini", ed il Premio Sala Stampa Radio-Tv.


Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare

Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita sono vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.