giovedì 19 novembre 2009
la nave dei veleni
domenica 20 settembre 2009
Attentato contro 6 italiani
giovedì 20 agosto 2009
a mia martini
A Mia Martini
Sei piccola e fragile
come un cristallo di diamanti
hai dato e avuto
ma non è bastato.
Il tuo canto sembra essere
quello di un cigno reale.
L’ anima tua libera
da ogni dubbio o falsità.
Sei stata calunniata
senza avere colpe
volevi una famiglia
ma non l’ hai avuta.
La tua vita è stata fatta di scelte
alle quali non ti sei opposta.
Non essendo ne meschina ne falsa
ma una persona umana.
Cosi piccola e fragile
sei andata via per sempre
nel cielo sempre più blu
dove da lassù guardi il mondo con rammarico.
lunedì 17 agosto 2009
Pensieri di un suicidio
A volte vorresti che il mondo
si fermasse in un momento
senza avere tempo.
L’ amicizia in cui credevi
è solo un alito nel vento
pensavi d’avere amici
che sono solo dei cinici.
Ho pensato tante volte di farla finita
così in un solo colpo
un colpo di pistola e via
che schifo di vita.
Vorrei vivere ma è difficile
nell’ assoluta ignoranza
dove non c’è nessun sguardo.
Morte di un suicida
Mi sono sparato un colpo di pistola
in fondo non ci vuole molto
sei così sicuro di aver raggiunto
il tuo scopo senza averci riflettuto.
Quelli che conoscevi dopo esser passato
non sono più gli stessi
ora che ti trovi al camposanto.
Nessun che ti porti un fiore
o perlomeno ti vengono a trovare
c’è solo una povera vecchia
alla quale te li porta con tanto amore.
sabato 4 luglio 2009
L'incontro
Linda una ragazza come tutte le altre oppure no? Questa è la domanda che si pone, Linda è una ragazza che si frappone in una coppia come quella di Alice e Luis, è il destino che si intromette a guastare un’ armonia che viaggiava sulla stessa lunghezza d’onda.
Luis non pensa neanche per un istante, che Linda e Alice si possano incontrare e avere un duro scontro, o invece che nessuna delle due possa sospettare minimamente che il compagno loro sia lo stesso.
Siamo verso la fine dell’ autunno, in un viale tutto ricoperto di foglie tutte appassite, di quel giallognolo – marrone, Linda sta dando da mangiare a dei piccioni, quando vede che si avvicina una ragazza molto magra, con gli occhi castani e i capelli che sanno di cannella, dopo che passa mezzora iniziano a parlarsi; “Sa io vengo quasi sempre in questo viale, mi piace dar da mangiare ai piccioni, vedere i bambini giocare tra di loro, e le signore di una certa età a parlare del tempo che fu, dei loro primi amori, delle loro amarezze, delle gioie e i dolori della vita” “anch’io su alcuni aspetti sono così, mi piace soffermarmi su certe cose anche se insignificanti.” “Io è da un po’ di giorni ho incontrato qualcuno, che mi ha fatto battere il cuore non mai, che mi ha fatto provare sentimenti sui quali non contavo di avere o di possedere” “Si. E’ proprio così sono innamorata come non mai, il mio amore si chiama Luis, è di una bellezza sconvolgente” . Le due si lasciano ad un appuntamento prossimo, sempre alla stessa panchina che le ha viste al loro primo incontro, questa volta Linda si porta una fotografia di Luis, cosa che fa anche Alice, “sono contenta che sei venuta Alice” “come vedi Linda sono una che non viene mai a un appuntamento, questo lo vedo” cominciano ad abbracciarsi come se fossero amiche di lunga data, la vicino c’è un venditore di gelati, “Alice ti va un gelato, sai questo gelataio li fa buonissimi, non li devi perdere” Ok mi fido, dopotutto, avevo proprio voglia di un gelato.” Detto questo si dirigono verso il gelataio, “Buongiorno mi dia un cono alla nocciola e stracciatella” “e per lei signorina cosa le do?” “Anche a me un cono però vaniglia e cioccolato” “arrivederci” “buongiorno a voi” e si allontanano dopo aver pagato, “sai ho portato con me una fotografia di Luis” Alice quando sente il nome di Luis sente come un brivido che gli sale lungo la schiena, pensa fra se che non sarà lui, fino a quando non vede la fotografia di Linda, “che c’è Alice? Sembra che tu abbia visto un fantasma” “no no, questo mia cara Linda non è un fantasma ma il mio ragazzo, che ha quanto pare ha tradito sia me che tu, non ci sono dubbi” “allora se stanno così le cose non vedo il motivo per cui noi non dobbiamo fargli una bella sorpresa.” “Allora andiamo cosa stiamo aspettando” detto questo salgono sullo scooter di Linda e si dirigono verso la casa di Luis, che nel non si era mosso da lì.
Sia a Linda che ad Alice nelle loro testa frullano mille interrogativi alle quali non sanno dare una risposta: “perché proprio a loro due? Come mai questo comportamento da parte di Luis? Perché Luis non è ha voluto parlare con nessuna delle due?” Questo e molto altro, Linda e Alice intanto sono arrivate sotto casa di Luis, Luis in quel preciso istante si stava facendo una bella doccia rinfrescante, sopra il letto aveva una camicia bianca, un paio di pantaloni neri, una cravatta blu scuro, la giacca nera e il paio di scarpe di cuoio nere.
Dopo essere uscito dalla doccia, si mette un po’ di dopobarba, oltre al profumo Malizia, si sta’ vestendo in modo elegante segno che dovrà uscire di lì a pochi minuti.
Alice e Linda salgono velocemente le scale che le porteranno all’ appartamento di Luis, Luis non immagina neanche quello che accadrà di a poco, non sa che due forze della natura inarrestabili nel vero senso della parola si fionderanno su di lui come un’aquila reale che si avventa su un’ ignara lepre.
Proprio mentre si sta mettendo la cravatta blu scura, suonano al campanello della porta, “Arrivo datemi un attimo, che sto arrivando” nell’ aprire la porta si ritrova davanti Alice e Linda in un solo istante, rimane scioccato come non lo era mai stato. “Ciao Luis a quanto pare sei sorpreso nel vederci tutte e due assieme, i giochi mio caro sono finiti, adesso dovrai fare tutto quello che ti diciamo, non avrai neppure un’ ora di riposo” “è chiaro oppure no?” “Non ingannerai più nessuno, dovrai convivere con noi due, e per renderti le cose più facili abbiamo stilato un’ agenda del giorno con orari e giorni in cui starai con una e con l’altra, ad orari diversi questo si capisce.” Quando Luis vede la lista con tutte le cose da fare, gli viene uno svenimento, Luis pensa fra sé “questo è un’ incubo o la realtà? E’ stato solo un brutto sogno? O che che cos’altro?” Ma questa e la realtà dove chi crede di vivere, due vite nello stesso momento ad un certo punto si trova spiazzato quando il proprio destino si ripresenta sotto tutt’altro aspetto, Luis questo lo ha capito troppo tardi e non riuscirà più ad uscire da questa intricata matassa.
martedì 3 marzo 2009
A Eluana Englaro
A Eluana Englaro
Ciao Eluana la tua morte è stata plagiata da media,
che ne hanno fatto un effetto mediatico,
non agendo in modo pratico.
Sulla tua vita si è accanita la Chiesa,
non avendo una propria coscienza,
la quale è brava dare sermoni,
che non sono poi tanto buoni.
La politica è rimasta indifferente
al tuo desiderio di morire felice
che non è stato rispettato ma sottovalutato.
Ciao Eluana spero che tu possa trovar pace
In un mondo dove si bada solo all’apparenza
Senza fermarsi ad amare ciò che resta dell’ innocenza.
Omosessuali: un problema imperante
Omosessuali: un problema imperante
In una società ormai completamente allo sbando esistono ancora vecchi preconcetti o se vogliamo chiamarli in un’ altro modo tabù, l’ ultimo tabù riguarda i gay, persone le quali sono simili in tutti con noi, non è un caso se tra i cantanti degli anni 60-70 ci fosse la figura di un cantautore molto discusso per l epoca come Umberto Bindi, il quale a causa della sua omosessualità è stato allontanato dalla televisione, oppure il grande genio eclettico di Leonardo da Vinci il quale era anche lui omosessuale, però non subito per questo processi poiché seppe nascondere questo segreto.
Oppure nel campo della moda come lo stilista reggino Gianni Versace il cui marchio lo ha esportato in tutto il mondo, ultimamente ho ammirato per la sua straordinaria intelligenza Vladimir Luxuria, che non so se è ancora in parlamento, noi cosiddetti eterosessuali non ci siamo resi conto che la libertà di pensiero può avvenire anche in questo modo.
Come non dimenticare anche intellettuali come lo scrittore inglese Oscar Wilde, il quale per il fatto di essere omosessuale, venne processato e imprigionato, ma nonostante questo lui continuo a manifestare il suo amore scrivendo delle lettere al suo amato.
Infine durante la seconda guerra mondiale c’è stata la più tremenda carneficina nei confronti degli omosessuali i quali morirono a milioni dentro le camere a gas e fatti sparire dentro i forni crematori, secondo un progetto di annientamento sia fisico che morale voluto daun folle come Adolf Hitler.
Ma il problema che più mi preme sottolineare a voi è questo: perché le coppie gay non possono avere una famiglia propria come le coppie etero? Perchè non possono avere gli stessi diritti e doveri che hanno una famiglia normale? In cosa siamo diversi? Ma come si dice? L’Italia è un paese lento in questo genere di cose perché purtroppo siamo ancora moralisti, e se una cosa non ci va a genio lo dobbiamo sottolineare e in questo modo interverranno lo Stato e la Chiesa che sono i principali ostacoli per l’affermazione dei diritti dei gay.
mercoledì 11 febbraio 2009
L'ipocrisia
Oggi 11/02/2009 nella società ci stanno ancora persone ipocrite e senza giudizio che trattano persone comuni come degli oggetti senz’ anima e corpo, persone che invece di evolversi come diceva Darwin, nella teoria dell’ Evoluzione.
Ai tantissimi lettori che seguono assiduamente il mio blog, parlo di questo aspetto che neanche io saprei definire, invece di evolversi sono regredite nel vero senso della parola, infatti c’è anzi esiste una sorta di emarginazione che in soggetti di animo sensibile si manifesta assiduamente che in altri soggetti, si credono di essere chi sa chi ma non sanno nemmeno loro che sono soltanto delle idiote, che badano solo all’apparenza, e che fuori dal proprio naso non ci vedono.
Persone come queste non dovrebbero starci in società, una società fatta di persone che pensano in modo razionale e autonomo, in cui nessuno manovra i fili di un’ altra persona, come facevano i pupari con i pupi. Si sta andando verso una forma di xenofobia verso i propri simili, e questo non è un’ atteggiamento che si conviene, una xenofobia che ultimamente si è accentrata sui rumeni è su questo fatto sono d’accordo perché violentare una ragazza di 16-17 anni lo reputo una violenza nei confronti di una donna, credo in questo nella giustizia fai da te, poiché l’ intervento dello Stato non esiste, e quell’affermazione che ha fatto il premier Silvio Berlusconi, che ci vorrebbe un soldato ad ogni bella donna, cosa ci si può aspettare da un premier senza cervello come S..
Per ritornare al discorso iniziale la xenofobia e l’ emarginazione sono delle brutte bestie difficili da mandar via, come il disprezzo per l’altrui persona, per quello che rappresenta in ambito culturale e religioso, sia come usi e costumi.
domenica 8 febbraio 2009
La malattia mentale
La gente che crede di capire la malattia mentale a volte non nemmeno giudicare, qual’ è allora il limite dal quale una persona si ritrova ad essere considerato pazzo? Questa è una domanda alla quale è difficile dare una risposta, l’ uomo ma soprattutto le persone la gente in generale tende ad escludere persone pazze che in realtà pazze non lo sono. In questo caso si manifesta una forma di razzismo nei loro confronti, e le persone che li la mandano al manicomio sono i familiari, gli amici che si comportano da cosiddetti voltagabbana, la domanda principale è come si è arrivati a tutto questo, i manicomi in fondo sono un carcere dal quale è difficile uscire sani, ai malati mentali gli infermieri insieme ai medici facevano provare a donne che erano incinte l’elettroshok, con il rischio che perdevano il figlio che aspettavano. Eppure tutti noi abbiamo in fondo un pizzico di follia, ai malati dei manicomi gli infermieri somministravano medicinali, che non venivano rilasciati con ricetta, alcune volte venivano legati sul letto di contenimento e per tutto il giorno o i giorni venivano lasciati li senza nessuna assistenza, ma la cosa peggiore era che non c’erano servizi igienici. Tutto questo avveniva nel XIX secolo, una testimone vivente che ha saputo raccontare com’erano fatti i manicomi in Italia è Alda Merini, la quale ha passato molto tempo nei manicomi, ma come è possibile che una poetessa del calibro di Alda Merini, vivesse in un ospedale psichiatrico? Chi la mandata dentro il manicomio? Come ne usci con la mente intatta ? Per quanto riguarda chi fu a spedire Alda Merini nel manicomio la risposta è semplice: è stato il marito anche se poi ha ammesso che poi si è pentito, tuttavia durante il soggiorno nel manicomio gli infermieri sono riusciti solo ad intaccare il corpo di Alda, senza cancellarne l’ anima e la sua sensibilità. Per fortuna Alda Merini verrà dichiarata sana di mente e rilasciata dall’ ospedale psichiatrico, ma il mondo cambia si evolve e così anche i manicomi che non diventano più delle prigioni dell’orrore adesso si chiamano Centri d’Igiene mentale, ma il mondo dei manicomi ma soprattutto la storia di Margherita e Antonio due malati di mente che all’interno di un manicomio i quali si innamorano all’insaputa di tutti, ma quando Antonio sa della morte di Margherita, l’amore della sua vita anche lui per raggiungerla tenta il suicidio questa storia vera è stata riportata nella canzone Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi il quale ha partecipato al Festival di Sanremo del 2007 vincendo il Festival e il Ti regalerò una rosa è una canzone di Simone Cristicchi, vincitrice del 57° Festival di Sanremo.
La canzone, molto intensa, è una vera e propria lettera che un matto, Antonio, scrive alla sua amata Margherita dalle celle luride e buie di un manicomio, del quale anche lei è stata ospite per qualche tempo. Orrore, disperazione, solitudine: perfino in tutto questo, un amore è riuscito a sbocciare. Nonostante certe intemperie, Antonio non dimentica quei pochi momenti nei quali si sentiva vivo, uomo, in quanto poteva amare. Per liberarsi di tanto dolore, per ritrovare l'illusione di una libertà inesistente, non resta che stupire ancora una volta la sua Margherita, con un ultimo volo. All'autore, che ha sintetizzato in questo struggente testo le storie raccontategli realmente dai pazienti degli istituti psichiatrici da lui visitati per il documentario Dall'altra parte del cancello, Ti regalerò una rosa è valsa il primo premio nella sezione Campioni del 57° Festival di Sanremo, il "Premio della Critica Mia Martini", ed il Premio Sala Stampa Radio-Tv.
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita sono vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.