lunedì 15 ottobre 2007

il secolo della comunicazione




Nel lontano 1899, l’ allora capo dell’ Ufficio Brevetti degli Stati Uniti
disse “tutto ciò che può essere inventato,è gia stato inventato…” ma il
tempo ha decisamente smentito questa affermazione. Ci basta volgere lo
sguardo indietro di 100 anni per ripercorrere le tappe fondamentali dell’
evoluzione di uno degli aspetti più fondamentali nella vita dell’ umanità:
la comunicazione. In questi 100 anni tutto ciò che è stato inventato,
creato, costruito, ha contribuito, per buona parte, ha migliorare la qualità
della vita.
Alla fine dell’ Ottocento, i tecnologi dell’epoca erano convinti che
l’invenzione del telefono avrebbe portato al successo il teatrofono, uno
strumento usato per ascoltare spettacoli teatrali a distanza,cronache
sportive in diretta, giornali telefonici. Furono fatti centinaia di
esperimenti per far accettare il telefono in quel modo, ma non riuscirono ha
raggiungere lo scopo. Poi arrivo la radio e il discorso fu chiuso.
All’ inizio del secolo gli strateghi di una potente società telefonica erano
certi che il telefono sarebbe stato usato solo dagli uomini d’ affari.
Lasciarono alle società concorrenti il traffico casalingo, giudicato
marginale, e non riuscivano ha tollerare le donne che usavano il telefono
per le loro chiacchere, tanto erano convinti delle loro idee. Alla fine,
quando la società telefonica stava per essere spazzata via, capirono che
erano proprio quelle chiacchere la vera fonte di guadagno.
Negli stessi anni, Thomas Edison, che aveva inventato il fonografo, si
convinse che la sua invenzione sarebbe servita alla gente per registrare
messaggi vocali da inviare come lettere agli amici. Restò deluso quando
nessuno pensò di utilizzarlo in quel modo,ma la sua invenzione ebbe comunque
successo seguendo un altro percorso. Sempre Edison nel 1922,ebbe modo di
affermare che le immagini animate avrebbero presto soppiantato i libri.
Fortunatamente non è andata così, però è vero che di fine dei libri si è
sempre parlato ad ogni nuova invenzione. Questa ipotesi è stata fatta quando
arrivarono la tv, il registratore, il videoregistratore, il proiettore di
diapositive e il computer.
In realtà, gli insengnanti hanno la facoltà di integrare le loro lezioni con
supporti audiovisivi o per mezzo di computer, ma la validità dell’ utilizzo
dei testi scritti e illustrati è ben lungi dall’ essere accantonata.
Sempre a proposito di nuove invenzioni che hanno seguito un corso diverso da
quello pensato dall’ inventore, nei primi 10 anni del secolo, il presidente
della General Motors, un’ industria americana che produce tutt’oggi
autovetture, disse che mai al mondo ci sarebbero potute essere più di 1
milione di automobili, perché non si poteva pensare di formare oltre 1
milione di chauffeur (autisti), poi arrivò Ford (altro fondatore di una
prestigiosa casa automobilistica) e spiazzò tutti.
La stessa situazione si verificò per i computer. Sempre gli esperti, erano
convinti che le dimensioni e il peso di uno di quei grandi calcolatori non
si sarebbero ridotti e quando divennero leggeri continuarono ha chiedersi
perché mai la gente avrebbe dovuto usarli anche in casa.
Ora è la volta di Internet. Fu progettato dalle università per fare cose
serissime come scambiare ricerche fra scienziati,ma fin dall’inizio fu usato
per scambiare ricette e recensioni di film.
Oggi la gente usa i sistemi di comunicazione per fare quello che preferisce.
Cosi, da 100 anni a questa parte, ci si è preoccupati degli effetti che le
nuove tecnologie della comunicazione potevano causare nella popolazione
mondiale. Quando il telefono divenne un diffuso mezzo di
comunicazione,fiorirono gli studi per capire come e in che modo potesse
contribuire alla disintegrazione di una famiglia, o come potesse esporre i
bambini a pericoli di ogni genere, ci si chiese se e come la qualità della
vita poteva cambiare,addirittura fu anche ipotizzata una sorta di
fratellanza universale che avrebbe potuto scongiurare anche le guerre.
Quando il telefono è entrato nella vita quotidiana gli interrogativi si sono
dissolti.
Molte cose sono cambiate ai giorni nostri. Gli economisti americani hanno
incorporato nella loro cultura il fatto che la tecnologia, oltre ha creare
nuovi consumi, modifica il costume sociale e le due cose insieme trainano lo
sviluppo economico.Cosi i governi di varie nazioni del mondo,adeguandosi a
questo progetto,creano incentivi perché le popolazioni si colleghino ad
Internet e l’ OCSE(Organizzazione di Cooperazione e di Sviluppo
Economico),considera come misura del progresso di un paese,insieme alla
crescita del Pil ( Prodotto interno lordo), e alla percentuale di laureati,
anche il numero di collegamento alla rete.
Approfondiamo ora la conoscenza del mezzo che in questi ultimi anni sta
contribuendo ha dare un’ ulteriore svolta al modo di comunicare nel mondo:
il computer. Quella dei computer è una storia che occupa solo la metà del
secolo. Quello che, solitamente, viene considerato il primo calcolatore
elettronico programmabile, l’Eniac, accende le sue valvole nel 1946 a
Filadelfia, figlio anch’esso, come l’energia nucleare,degli sforzi della
ricerca legati alla seconda guerra mondiale.
Ma gia dopo un anno occorreva riprogettare l’Eniac perché 3 ricercatori
avevano prodotto il primo transistors.
Da allora la corsa è andata sempre più accelerando: dai transistors si è
passati ai circuiti integrati. Quello che prima occupava una stanza finisce
per occupare uno spazio grande quanto un armadio, per poi diminuire ancora
di più fino ha raggiungere le dimensioni di una capocchia di spillo. I
ricercatori non si arrendono: nanotecnologia è la parola d’ordine che
illuimina le previsioni per gli anni che ci aspettano, e cioè realizzazione
di macchine dalle dimensioni nanoscopiche dove vengono assemblati atomi su
atomi.
L’altra strada intrapresa nella ricerca di tecnologie di comunicazione più
sofisticate, è quella di considerare le attività di calcolo come lunghe e
complicate molecole. In fondo, se ci pensiamo un’ istante, cosè la lunga e
doppia elica del Dna, se non un programma? La sequenza degli aminoacidi
indica con precisione le istruzioni con cui assemblare altre
molecole,queste, precisamente comandate, finiranno nell’esprimersi in
concreti caratteri fisici: il colore degli occhi, l’altezza, il gruppo
sanguigno,ecc.
Ma torniamo al computer. Anch’esso, nell’idea del suo inventore, doveva
servire solo per fare calcoli, ma nel 1984 si è trasformato in uno strumento
di comunicazione. Il pc era gia sul mercato da 3 anni cioè dal 1981,anno del
suo lancio mondiale da parte della Ibm, intanto 3 differenti università
americane,altri giovani, inconsapevoli, dell’importanza della loro scoperta,
si apprestavano ha mettere in contatto tra loro grandi computer per
trasmettersi reciproche informazioni, anche a lunga distanza.
Gli obiettivi che si prefiggevano erano 2 e precisamente quello di far
parlare tra loro macchine diverse e lontane e farlo potendo utilizzare una
nuova tecnica di trasmissione, detta a commutazione di pacchetto.
Ma dietro le macchine ci sono sempre e comunque gli uomini che,come risaputo
hanno voglia di dialogare, di socializzare, e di litigare. Fu cosi che una
rete, il cui scopo primario era quello di fare calcoli,fu utilizzata come
canale di informazioni al servizio dei ricercatori. Riuscirono ha lavorare
meglio scambiandosi notizie sulle loro attività, ma anche parlando dei loro
gusti musicali o in fatto di cucina.
Per 25 anni il personal computer e Internet, ambedue orientati alla
comunicazione, viaggiano parallelamente senza mai incontrarsi. Ciò avviene
grazie al lavoro svolto da una della comunità intellettuali più importanti
del secolo, quella dei fisici delle particelle elementari. L’ inglese Tim
Berners Lee lavora ai computer del Cern, con lo scopo di rendere più agevole
lo scambio di informazioni scientifiche fra ricercatori. Anche lui usa
Internet, ma lo trova scomodo, inventa, dunque, un insieme di regole con cui
collegare un testo ad un altro favorendo l’interscambio.E un sistema di
citazioni automatizzato ed elettronico, il protocollo lo chiama Htpp, il
linguaggio sottostante,invece viene chiamato Htlm e l’intero sistema World
Wide Web, una grande ragnatela mondiale.
L’ idea piace invece ad uno studioso ventenne che lavora al National Center
for Supercomputer Application di Urbana Champaign, nell’ Illinois, Marc
Andreessen. Con un gruppo di studiosi della sua stessa università,
realizzerà il primo programma di navigazione per il Web che usa
mouse,finestre e pagine colorate. Il programma si chiama Mosaic e sin dal
suo anno di nascita viene ceduto gratis a chiunque voglia usarlo. Qualche
anno dopo, il gruppo di studiosi fonda Netscape.
I PC sono ormai molto diffusi, l’industria e la finanza mondiale hanno
necessità di una rete affidabile che trasporti i dati. Da allora l’idea di
rete dilaga, sia come modello economico che come ipotesi di scambi
culturali. Ma negli ultimi anni anche, il pc è costretto ha rivedere il
proprio utilizzo.
Oggi giorno bisogna, entrare nell’ ordine di idee che ogni macchina è
potenzialmente collegabile, nasce quindi l’ esigenza di un computer che
riesca a far entrare in funzione gli elettrodomestici anche senza la
presenza dell’ utente, per questo gli analisti cominciano ha parlare di
“fine del personal computer”.Ma rileggendo le previsioni di tanti esperti
che nel passato ipotizzavano scarso successo per tutte quelle scpoperte che
poi sono risultate fondamentali per l’ uomo, sarà così?

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