mercoledì 19 dicembre 2007

Fiction Rino Gaetano

Rino Gaetano


In questi giorni l’11 e il 12 novembre è stata trasmessa su Rai Uno la fiction “Rino Gaetano- Ma il cielo è sempre più blu” dal regista Marco Turco con protagonista principale Claudio Santamaria, oltre alla partecipazione di Ninetto Davoli nel ruolo del proprietario del “Bar del Barone” con le due attrici Katia Smutniak e Laura Chiatti. La fiction ripercorre la carriera al tempo stesso artistica e umana di Rino Gaetano, nato a Melissa nella provincia di Crotone il 29 ottobre del 1950, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano, nel 1960 all’ età di 11 anni, si trasferisce assieme al padre a Roma nel quartiere di Montesacro, tuttavia il piccolo Gaetano da tutti chiamato Rino, manifesta una predisposizione per la musica, al padre la passione del figlio per la musica non piace, dice che non potrebbe neanche vivere, per Rino invece è uno scopo che vuole raggiungere non importa se dovrà fare dei sacrifici,ma sente che quella che sta per intraprendere è la sua strada, Rino studia per tre anni da geometra che è quello che il padre sogna per lui, ma Rino sente che quello non è il mestiere che fa per lui, decide allora di tentare di farsi conoscere andando le prime volte al Folkstudio, un locale dove si esibiscono artisti come Antonello Venditti, Francesco de Gregori, in una delle sue esibizioni si presenta accompagnato da una chitarra anche se il locale non è molto frequentato inizia ha cantare I love you Maryanna, canzone molto allegra dove Rino canta in tedesco, francese, inglese, spagnolo e italiano, la canzone si presta ad un curioso gioco di pronuncia, in cui Maryanna è pronunciata in modo similare alla parola marijuana, di questo se ne accorse la censura che vietò il pezzo dalla programmazione radio-televisiva. .In realtà Rino con questa canzone ha voluto rendere omaggio alla nonna che si chiamava Marianna, l’album con il quale si presento inizialmente fu I love you Maryanna, nella copertina è presente Kammamuri’s, il personaggio scaturito dalla penna di Salgari, l’aiutante di Sandokan con in primo piano la tigre, Kammamuri’s è anche lo pseudonimo con il quale Rino firmava l’album.Viene notato da un discografico che fa parte della IT un’etichetta indipendente, si chiama Vincenzo Micocci, con lui incide il primo album Ingresso libero che contiene canzoni come Tu, forse non essenzialmente tu, Ad esempio a me piace il sud la quale per farla conoscere decide di affidarla a un cantante melodico come Nicola di Bari, anch’ egli del sud originario della Puglia, il quale la presenta a Canzonissima.Nella versione di Nicola di Bari viene cambiato solo il ritornello per il resto il testo non subisce variazioni, Nicola di Bari nel ritornello canta “Ma chi manca sei tu, Con te ho diviso un’età, Tutti i miei sogni per te, Tutto il mio amore, La mia libertà. Nella versione originale di Rino Gaetano invece è “Ma come fare non so, Si, devo dirlo, ma a chi? Se mai qualcuno capirà, Sarà senz’altro un altro come me. Una canzone contenente nel primo album si rifà molto allo stile di de Andrè ed è E la vecchia salta con l’ asta, “la favola antica del cavaliere, cresciuto nel solitario castello, annoiato dall’amore di tre cortigiane e dal rosso nettare di tre damigiane. Illuso da assurde chimere, il cavaliere parte alla ricerca dell’amore.”Bisogna dire che Rino Gaetano quando era ancora agli esordi si è fatto conoscere per due canzoni la prima, la quale l’ha pubblicata, si chiama Jaqueline era già stata riproposta all’etichetta Bell Disc insieme a La ballata di Renzo per un disco successivamente mai inciso. Questa canzone La ballata di Renzo originariamente si chiamava “Quando Renzo morì ero al bar” ed è una canzone tragica e paradossale, sia per la vicenda raccontata, sia per la somiglianza con ciò che accadrà la notte del 2 giugno 1981 allo stesso Gaetano. A 31 anni non ancora compiuti, e a meno di un chilometro da casa, il cantautore calabro-romano Salvatore Antonio Gaetano detto Rino incomincia a morire alle 3.55 del 2 giugno 1981 sulla via Nomentana all’altezza di via Carlo Fea, nei pressi dell’angolo con viale XXI Aprile. Incomincia a morire dove ci sono l’ambasciata iraniana, un bar sempre aperto che vende le sigarette anche di notte e una farmacia gestita da dottori calabresi. Muore dopo essersi schiantato con la sua Volvo 343 GL grigio metallizzato targata “Roma Z40932”. Rino muore dopo essersi schiantato contro un’ autocarro Fiat 650D guidato da Antonio Torres e carico di frutta e verdura, che si stava dirigendo verso i mercati generali. La canzone racconta “la storia di Renzo che muore dopo essere stato investito da un’auto, mentre i suoi amici se ne stanno al bar all’oscuro dell’incidente. Renzo muore solo, dopo essere stato rifiutato da cinque ospedali per insufficienza di posti, neppure al cimitero del Verano hanno posto,Renzo viene rifiutato anche lì. Persino nel luogo della pace eterna, la salma di Renzo è paradossalmente condannata a non trovare tregua”, gli stessi che respingeranno Rino per mancanza di posti e di attrezzature necessarie ai craniolesi: negli ultimi istanti della sua vita, il cantante avrebbe perso più di due ore tra il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo alla ricerca di un posto, prima di spegnersi all’alba del 2 giugno, anche la salma di Rino dovrà aspettare alcuni mesi prima di trovare sistemazione al Verano, nel riquadro 119, piano terra, cappella V, loculo 10.

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